I Prisonaires, stupratori, ladri e assassini, diventati famosi grazie al blues e al gospel. Erano in cinque, nella prigione di Nashville. Sono stati una banda di detenuti. Lo Zomba Prison Project, il cui disco è stato candidato nella categoria del miglior album di world music nel 2016. Un band dal carcere della città di Zomba, in Malawi. I Presi per caso, nati nel carcere romano di Rebibbia alla fine degli anni ’90. E poi, naturalmente, la Freedom Sounds, la grandissima band del carcere milanese di Bollate che da tanti anni collabora con Jailhouse Rock. Una puntata dedicata alle band penitenziarie, dove i nostri amici da Bollate ci hanno raccontato in prima persona cosa significa la musica dentro e fuori il carcere. E da oggi una nuova rubrica: il radioracconto del graphic novel “Antigone. 25 anni di storia italiana visti da dietro le sbarre” (edizioni Round Robin), realizzato a puntate dai detenuti del polo universitario del carcere di Torino.
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Da sempre impegnato in una visione del mondo pacifista e ambientalista, nel settembre del 1981 prese parte alla grande manifestazione di protesta contro la centrale nucleare di Diablo Canyon che si tenne nella Contea di San Luis Obispo, in California. La protesta durò diversi giorni. Gli arresti superarono abbondantemente le mille unità. Anche lui finì in manette. Il 28 marzo del 1979 c’era stato il drammatico incidente nucleare di Three Mile Island. E certo in tanti non erano contenti di questo nuovo impianto. Anche nel mondo della musica. Dopo l’incidente di Three Mile Island un gruppo di musicisti aveva dato vita al Muse. L’acronimo significava Musicians United for Safe Energy. Jackson Browne era in prima linea nel Muse e nelle battaglie ambientaliste e antinucleari.
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Da sempre impegnato in una visione del mondo pacifista e ambientalista, nel settembre del 1981 prese parte alla grande manifestazione di protesta contro la centrale nucleare di Diablo Canyon che si tenne nella Contea di San Luis Obispo, in California. La protesta durò diversi giorni. Gli arresti superarono abbondantemente le mille unità. Anche lui finì in manette. Il 28 marzo del 1979 c’era stato il drammatico incidente nucleare di Three Mile Island. E certo in tanti non erano contenti di questo nuovo impianto. Anche nel mondo della musica. Dopo l’incidente di Three Mile Island un gruppo di musicisti aveva dato vita al Muse. L’acronimo significava Musicians United for Safe Energy. Jackson Browne era in prima linea nel Muse e nelle battaglie ambientaliste e antinucleari.
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Il 3 giugno del 1983 Jim Gordon, grandissimo batterista negli anni ’60 e ’70 che suonava con i Derek and the Dominos di Eric Clapton, aveva chiarissimo il proprio compito. Le voci gli indicavano tutto quello che doveva fare. In quel caso, procurarsi un martello, scegliere un bel coltellaccio da macellaio, affilarlo per bene. Poi prendere la macchina e percorrere le circa cinque miglia che dividevano la sua abitazione nella zona di Van Nuys, a Los Angeles, da quella di sua madre, a nord di Hollywood. Era pomeriggio. Suonò alla porta, ma nessuno rispose. Non era in casa. Tornerà. Lui si rimise alla guida e percorse le stesse cinque miglia in direzione opposta. Si fece sera, le undici passate. Sarà sicuramente rientrata. Riprese la macchina e di nuovo percorse le cinque miglia. Le voci gli avevano spiegato bene cosa fare. Prima un colpo di martello, così non soffrirà quando verrà uccisa dalla coltellata. Lei aprì la porta. Immaginate quell’istante, lì sulla soglia, un secondo, forse due, gli occhi negli occhi, madre e figlio, una signora ultra settantenne in pantofole e capelli grigi, un uomo neanche quarantenne, alto e di bella presenza. Poi, per lei, più niente. Jim Gordon è oggi dimenticato in un carcere per malati psichiatrici da oltre tre decenni. Con noi a Jailhouse Rock è stata Ester Morassi, il cui figlio ventiduenne, che soffriva di disturbi mentali, si è suicidato alcuni giorni fa nel carcere romano di Regina Coeli, dove certo non avrebbe dovuto trovarsi.
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Nella primavera del 1977 Bob Marley fu arrestato a Londra per possesso di marijuana. Si trovava nella città inglese dopo che nel dicembre dell’anno precedente qualcuno tentò di ucciderlo sparandogli con armi da fuoco a volto coperto presso la sua abitazione. Due giorni dopo avrebbe dovuto partecipare a un grande concerto che doveva servire a stemperare la tensione della guerra civile che in quegli anni insanguinava l’isola. Salì ugualmente su quel palco. Quando gli fu chiesto perché lo avesse fatto nonostante il rischio che correva, lui rispose: “perché le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero… Come potrei farlo io?!”. Con noi a Jailhouse Rock è stato Bunna, membro fondatore degli Africa Unite.
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Nella primavera del 1977 Bob Marley fu arrestato a Londra per possesso di marijuana. Si trovava nella città inglese dopo che nel dicembre dell’anno precedente qualcuno tentò di ucciderlo sparandogli con armi da fuoco a volto coperto presso la sua abitazione. Due giorni dopo avrebbe dovuto partecipare a un grande concerto che doveva servire a stemperare la tensione della guerra civile che in quegli anni insanguinava l’isola. Salì ugualmente su quel palco. Quando gli fu chiesto perché lo avesse fatto nonostante il rischio che correva, lui rispose: “perché le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero… Come potrei farlo io?!”. Con noi a Jailhouse Rock è stato Bunna, membro fondatore degli Africa Unite.
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“Per la salute. Per la libertà. Per l’economia. Contro la criminalità organizzata. Legalizzare la cannabis. Il buon senso… si coltiva”. È questa la frase che leggiamo su un video promosso dalla Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, di cui anche Antigone è parte. Non coltiviamo il buon senso quando gestiamo la questione delle droghe esclusivamente con gli strumenti della repressione. Non coltiviamo il buon senso quando ci rifiutiamo di vedere che la guerra alla droga per come è stata portata avanti lungo mezzo secolo ha fallito. Per fortuna sempre più persone la pensano come noi e sono pronte a metterci la faccia. Sul video promosso dalla Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili in tanti ci hanno messo la faccia. Tra questi c’è Roy Paci. E poi ancora Rocco Hunt, Clementino, Noyz Narcos, Fritz Da Cat, J-Ax, i Sud Sound System e tanti altri. Con noi a Jailhouse Rock Roy Paci in persona ha raccontato perché crede nella battaglia antiproibizionista e ha parlato della sua musica. In questa puntata è stata ospite anche Ilaria Cucchi, che in queste ore ha dato vita a un’associazione che porta il nome del fratello Stefano.
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Il 5 settembre del 1977 il presidente della confindustria tedesca Hanns Martin Schleyer venne rapito nella città di Colonia. L’autista dell’uomo e tre uomini della sua scorta rimasero uccisi durante l’azione che portò al rapimento. Durante la guerra, Schleyer era stato un ufficiale delle SS. Il 13 ottobre del 1977, poco più di un mese dopo del rapimento dell’industriale tedesco, un Boeing 737 della compagnia Lufthansa venne dirottato. Novantuno persone vennero prese in ostaggio. I dirottatori chiedevano che le persone al vertice della loro organizzazione venissero liberate dal carcere. In cambio avrebbero salvato la vita degli ostaggi e di Hanns Martin Schleyer. Ma le autorità non erano disposte a trattare. Dopo quattro interminabili giorni, un commando della polizia tedesca anti-terrorismo irruppe nell’aereo. Nessun civile fu ucciso. Tutti i terroristi tranne uno persero la vita. Il giorno successivo Schleyer fu ammazzato. Aveva trascorso in prigionia quarantatré giorni. Dopo il fallimento del dirottamento e lo stesso giorno dell’uccisione di Schleyer, Baader e altri tre militanti della Raf furono trovati morti in carcere. La versione ufficiale parla di suicidio. Alcune settimane dopo, Peter Gabriel venne arrestato insieme ai musicisti con i quali viaggiava con il sospetto di essere un membro della banda Baader-Meinhof e di aver avuto un ruolo nel rapimento e nell’uccisione di Hanns Martin Schleyer. Nel maggio del 1975 aveva lasciato il Genesis, di cui era stato fondatore e con il quale aveva pubblicato sei album in studio. Con noi a Jailhouse Rock il giornalista Andrea Colombo ha parlato dei movimenti degli anni ’70 del secolo scorso.
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Il 3 giugno dell’anno 2000, Eminem si è infilato in ben due risse, brandendo prima una pistola e poi un fucile. Non era la prima né sarà l’ultima volta che ha problemi con la giustizia. Ma certo quel giorno per lui fu davvero da dimenticare. Scampò il carcere per miracolo e dovette pagare molti soldi e farsi due anni di probation. Le accuse di omofobie hanno da sempre accompagnato il rapper statunitense. Oggi con noi a Jailhouse Rock Marco Serafino Fiammelli, presidente dell’associazione di ebrei Lgbt Magen David Keshet Italia, a pochi giorni dal Giorno della Memoria ha parlato di quel genocidio spesso dimenticato che ha riguardato gli omosessuali durante il nazismo.
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