“Ricordo quando mia madre mi venne a visitare in prigione a Porto Rico e io le dissi: mamma, sto bene, lasciami qua. Lei si preoccupò tanto, pensò che stessi diventando pazzo, che mi avrebbe perso per sempre. Io non volevo essere rilasciato. Stavo finalmente imparando, quella lì è stata come una scuola che mi ha consentito di essere quello che sono oggi”. Nella storia di Tego Calderón, il tempo della prigione è stato usato per pensare, per meditare sul passato, sul presente, sul futuro. Per ragionare sulle ingiustizie sociali che conducono al crimine e alla recidiva, sulla necessità di aiutare chi esce da una dolorosa esperienza di reclusione. Lui non ha rimosso la propria biografia criminale. Non l’ha giustificata per tornare a delinquere. Ha saputo invece emanciparsi dall’idea che fosse l’unica soluzione possibile. Ha scontato un paio d’anni di detenzione verso la metà degli anni novanta del secolo scorso. Al tempo, di rientro da Miami nella sua Porto Rico, era impegnato in vari traffici illegali, dalla droga alle armi. È a Porto Rico che nasce il reggaeton, una fusione di influenze che vanno dal reggae all’hip-hop a ritmi cubani e portoricani. Con noi in questa puntata di Jailhouse Rock il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, Francesco Maisto.
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C’è chi la galera la conosce in prima persona e chi la conosce per amore. E poi, c’è chi la conosce in entrambe le maniere. Nella sua breve vita, AmyWinehouse la galera l’ha sperimentata sotto varie forme. È stata arrestata molte volte, ma la prigione vera e propria, quella dove si sverna per lunghi periodi, l’ha conosciuta solamente nelle visite al musicista Blake Fielder-Civil, che dal maggio 2007 è stato suo marito per un paio d’anni. Lui uscì di prigione il 5 novembre 2008, prima del previsto. Lei non andò ad accoglierlo ai cancelli. Quel giorno, infastidita nella sua casa di Camden a Londra, aggredì i fotoreporter. È morta il 23 luglio del 2011. Lui aveva fatto in tempoa rientrare in carcere. Lei si è andata ad aggiungere ai tanti cantanti del Club 27, che hanno visto la morte a quella giovane età. A Jailhouse Rock la testimonianza di Antonio Tango, padre detenuto, a poche settimane dalla firma della ‘Carta dei figli dei genitori detenuti’ voluta dall’associazione Bambinisenzasbarre.
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Disegnò la copertina di un 45 giri mentre era in galera. Il disco uscì in edizione limitata in sole duecento copie numerate. Usava firmare con il suo numero di matricola le copie dei dischi che i fan gli facevano arrivare in prigione per un autografo. I suoi comportamenti eccessivi sul palcoscenico gli avevano valso la proibizione di entrare in ben sette Stati Usa. Pare che sia stato in carcere oltre una cinquantina di volte. La più lunga, dal 20 dicembre 1989 al 26 marzo 1991. Uscito dalla prigione statale di Jackson, nel Michigan, GG Allin rese pubblico il manifesto cheaveva elaborato in cella. Quel manifesto divenne la sua missione di vita. “Io credo che la cosa migliore sia decidere quando porre fine da soli alla propria vita. Non metterò la mia esistenza nelle mani del destino. Noi non abbiamo voce sulla nostra nascita, ma possiamo decidere se vogliamo morire”. Di lì a poco, nel 1993, morì tuttavia per overdose da eroina. Massimiliano Verga, autore di Zigulì. La mia vita dolceamara con un figlio disabile e diUn gettone di libertà (entrambi per le edizioni Mondadori), insegna Sociologia dei diritti fondamentali alla Bicocca di Milano e nel 2004 ha pubblicato un libro dal titolo La droga espiatoria. Un’analisi critica del proibizionismo. Antigone sul tema del proibizionismo tiene quest’anno la propria assemblea nazionale annuale. È un tema centrale nell’attualità politica italiana. Ne abbiamo discusso con Massimiliano Verga in questa puntata Jailhouse Rock.
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Alla fine dello scorso anno il governo inglese vietò ai detenuti di poter ricevere libri dall’esterno del carcere. Avrebbero dovuto conquistarsi questo privilegio, disse. Ma l’Inghilterra non si è fermata qui. Alcuni giorni fa c’è stato un ulteriore divieto. Ha vietato l’ingresso in carcere anche di strumenti musicali. Billy Bragg è oggi in prima fila – insieme ai Radiohead, a David Gilmour dei Pink Floyd, a Johnny Marr degli Smiths e a tanti altri – contro questo assurdo divieto. Nel 2007 Billy Bragg ha dato vita alla campagna Jail guitar doors, intitolata ai Clash, con la quale ha portato chitarre in decine di prigioni inglesi. Dalla battaglia dei minatori contro il governo privatizzatore di Margaret Thatcher, alla fondazione – insieme a Paul Weller degli Style Council e ad altri – del Red Wedge, del cuneo rosso, il collettivo di musicisti che si darà come scopo quello di sensibilizzare i giovani ai temi politici cari alla sinistra e al Partito Laburista, alle incarcerazioni sempre per motivi politici, la musica di Billy Bragg e la sua storia in questa puntata di Jailhouse Rock.
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Il primo aprile del 2004, Carlene Carter è entrata nel carcere di Gallatin. Non era un pesce d’aprile. Era piuttosto uno dei tasselli di un mosaico fatto di morti e di eroina. A condurla in galera era stato un test anti-droga disposto dai giudici. Un test cui era risultata positiva. I controlli cui doveva sottostare erano l’esito di una più antica storia criminale. Una storia che riguardava anche Howie Epstein, un tempo suo fidanzato nonché bassista di Tom Petty and the Heartbreakers, morto il 24 febbraio del 2003, all’età di quarantotto anni, per una overdose. Carlene viene da una famiglia leggendaria nella storia della musica country statunitense. È la figlia di June Carter, il grandissimo amore di Johnny Cash. Carlene aveva dodici anni quando sua madre sposò Johnny Cash. Sin da ragazza iniziò a seguirli nelle loro tournée fungendo da corista. Nel 1987 si unì alla madre e alle sorelle nel gruppo The Carter Sisters. A pochi giorni dal 25 aprile, a Jailhouse Rock la testimonianza della staffetta partigiana Teresa Vergalli.
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Nell’estate del 1969 due uomini si trasferirono al numero 16 di Redesdale Street, a Londra. Non erano soli. Con loro vivevano nell’appartamento anche il loro manager e le loro mogli. Rimasero in quella città circa tre anni. Poi tornarono nel loro Paese, il Brasile. Insieme al grande cantautore Caetano Veloso, esiliato dalla dittatura militare, c’era l’amico di sempre Gilberto Gil. Due esponenti di spicco del movimento tropicalista. Il 13 dicembre del 1968 il dittatore militare allora presidente del Brasile Artur da Costa e Silva aveva emanato il famigerato Ato Institucional Número Cinco, l’atto istituzionale numero cinque. Era un decreto presidenziale che ne seguiva altri quattro e ne precedeva altri dodici che suggellava formalmente il fascismo di quel governo. Con esso si cancellavano libertà fondamentali. Si toglieva di mezzo il Parlamento, si negava l’habeas corpus per reati di origine politica, si dava al presidente il potere di togliere ogni diritto politico ai dissidenti, si mettevano fuorilegge le riunioni politiche. Il pensiero progressista era perseguitato. Non era facile per artisti come Caetano Veloso e Giberto Gil restare nel Brasile dell’Ato Institucional Número Cinco.
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Il 27 agosto del 1979 Fabrizio De André viene rapito dall’anonima sarda insieme a Dori Ghezzi. Vengono nascosti nelle montagne di Pattada, vicino Ozieri, al centro-nord della Sardegna e restano prigionieri per quasi quattro mesi. Ovviamente, una detenzione illegale. Esattamente dieci giorni prima un altro cantautore italiano era stato fatto prigioniero. Un’altra detenzione illegale. Per fortuna questa durò molto meno, solo pochi giorni. Una detenzione illegale decisa però non dall’anonima sequestri bensì da un sostituto procuratore della Repubblica. Il 17 di agosto del 1979 viene eseguito a Milano un mandato di cattura emesso da un giudice del Tribunale di Marsala, in Sicilia, Salvatore Cassata. L’accusa è quella di spaccio di sostanze stupefacenti. Roberto Vecchioni viene arrestato e due giorni dopo viene tradotto nella casa circondariale di Marsala, in piazza Castello 1. Il giudice Cassata aveva deciso senza alcuna prova che un paio di anni prima, nel giugno del ’77, durante la festa dell’Unità che si era tenuta a Marsala, alla fine di un suo concerto Vecchioni aveva ceduto uno spinello a un ragazzino. Ovviamente fu assolto. Nel carcere di Marsala ci trascorse quattro giorni. Dopo l’arresto, il signor giudice Salvatore Cassata era partito per le sue vacanze al mare. Solo il mese dopo tornò per fargli l’interrogatorio. “Signor giudice, lei venga quando vuole, più ci farà aspettare più sarà bello uscire… Quel giorno quando verrà giudichi senza pietà, ci vergogniamo tanto d’essere uomini così così”. Con noi a Jailhouse Rock il giornalista Vladimiro Polchi, da sempre attento ai temi del carcere, ci ha parlato del suo primo romanzo I camaleonti.
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Prese parte alle prime due edizioni di Celebrity rehab, a cominciare dal gennaio del 2008. Celebrity rehab è un reality show con finalità terapeutiche improntato a seguire la vita di celebrità di vario tipo alle prese con problemi di alcol e droga. I pazienti-protagonisti vengono filmati, supervisionati e trattati dal dottor Drew Pinsky e dal suo staff nel centro di riabilitazione di Pasadena, in California. La terza edizione del programma coinvolgerà anche Mike Starr, primo mitico bassista degli Alice in Chains, e Lisa D’Amato, top model e cantante. Non pago degli insuccessi riabilitativi e con evidenti finalità economiche, Shifty Shellshock, fondatore dei Crazy Town, prenderà parte anche a due edizioni di Sober House, un nuovo reality cui Celebrity rehab darà vita. Anche qui si segue minuto per minuto, lungo un intero mese, l’esistenza di persone con problemi di dipendenza. Nei vari format del reality show, è stato in compagnia di pornostar, attori e attrici, modelle, campioni di baseball e di sollevamento pesi. Tutti con problemi di dipendenza, tutti disponibili a prestarsi a una tragicommedia nella quale denudare la propria vita di tossicodipendenti o di alcolisti davanti a milioni di telespettatori assetati di voyeurismo. Era stata la droga a indurlo a queste partecipazioni. La droga, protagonista di ogni suo arresto. L’ultimo è degli inizi del 2012. In quell’occasione, quando venne convocato dai giudici non fu in grado di presenziare alla prima udienza del processo. A causa della cocaina e del crack, era entrato in coma alla fine del marzo di quell’anno. Il 5 di aprile, dopo poco meno di una settimana di terapia intensiva, riprese fortunatamente le proprie facoltà. A Jailhouse Rock è stata con noi Alessia Morani, la responsabile Giustizia del Partito Democratico.
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