Il 5 settembre del 1977 il presidente della confindustria tedesca Hanns Martin Schleyer venne rapito nella città di Colonia dalla Raf, la Rote Armee Fraktion, nota originariamente come banda Baader-Meinhof. L’autista dell’uomo e tre uomini della sua scorta rimasero uccisi durante l’azione che portò al rapimento. Durante la guerra, Schleyer era stato un ufficiale delle SS. Il 13 ottobre del 1977, poco più di un mese dopo del rapimento dell’industriale tedesco, un Boeing 737 della compagnia Lufthansa venne dirottato. Novantuno persone vennero prese in ostaggio. I dirottatori chiedevano che le persone al vertice della loro organizzazione venissero liberate dal carcere. In cambio avrebbero salvato la vita degli ostaggi e di Hanns Martin Schleyer. Ma le autorità non erano disposte a trattare. Dopo quattro interminabili giorni, un commando della polizia tedesca anti-terrorismo irruppe nell’aereo. Nessun civile fu ucciso. Tutti i terroristi tranne uno persero la vita. Il giorno successivo Schleyer fu ammazzato. Alcune settimane dopo Peter Gabriel venne arrestato insieme ai musicisti con i quali viaggiava con il sospetto di essere un membro della banda Baader-Meinhof e di aver avuto un ruolo nel rapimento e nell’uccisione di Hanns Martin Schleyer. L’episodio lo ha raccontato lui stesso in un’intervista. Con noi a Jailhouse Rock un’altra vittima di un errore di giustizia, questa volta assai più grave: Giuseppe Gulotta, torturato affinché confessasse una colpa non commessa, che ha trascorso 22 anni in galera da innocente.
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Il cantante pop-raï algerino Cheb Mami, l’artista che ha contribuito in maniera essenziale a diffondere questo suono in tutto il mondo, condannato nel 2009 a cinque anni di carcere per tentato procurato aborto e sequestro di persona in relazione a fatti avvenuti alcuni anni prima. Cheb Mami ha duettato con Sting nella sua Desert rose, nonché con il nostro Zucchero e con molti altri artisti ancora.
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Famosissima cantante pop messicana, oltre venti milioni di dischi venduti, idolo di folle di ragazzini che vivono ascoltando le sue canzoni, circondandosi di sue fotografie e indossando suoi vestiti. La storia carceraria di Gloria Trevi sembra davvero uscita da un romanzo. Anche se la sua musica non è la più consona a Jailhouse Rock, abbiamo deciso di raccontarla in questa puntata.
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Entrano oggi a far parte di Jailhouse Rock i detenuti del polo universitario di Torino, coordinati da Daniela Sciangula, che da oggi contribuiranno alla trasmissione con pillole di presentazione degli artisti trattati. Con noi a Jailhouse Rock, Daniela ha raccontato questa collaborazione. Si parte dal grande rock alternativo dei Rem!
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Stupratori, ladri e assassini, diventati famosi grazie al blues e al gospel. Tutto ebbe inizio quando, un giorno del lontano 1952, Johnny Bragg incontrò un certo Robert Riley al cortile dell’ora d’aria nel carcere di Nashville. Riley non aveva una gran voce, però sapeva comporre poesie e testi di canzoni. Quel giorno pioveva. Ma i due continuarono a passeggiare per ore e ore, avanti e indietro nel cortile del penitenziario di Nashville. La canzone scritta da Bragg e dall’occasionale compagno, Just walkin’ in the rain, divenne celeberrima. Johnny Bragg diede vita alla band. Sarebbero forse rimasti un gruppetto da galera se non fosse che un giorno il produttore radiofonico Joe Calloway si recò in quel carcere per un programma che doveva realizzare. Li ascoltò suonare per puro caso. E se ne innamorò. Si rese conto della loro eccezionale bravura. Li fece ascoltare al pubblico attraverso le onde della sua radio, non prima di aver chiesto l’autorizzazione al direttore della prigione. James Edwards era un funzionario dalle visioni aperte. Credeva nella possibilità per un detenuto di cambiare vita. Dopo una serie di passaggi intermedi, una registrazione del gruppo arrivò nelle mani di Sam Phillips, scopritore di talenti della casa discografica Sun Records. Nel giugno del 1953, i cinque incisero quel singolo, che andò in distribuzione e vendette in poco tempo 50.000 mila copie. La band iniziò a diventare tra le più famose degli Stati Uniti d’America. Anche il giovane Elvis Presley si accorse dei Prisonaires e della loro canzone. Il governatore del Tennessee, Frank G. Clement, si adoperava affinché potessero ottenere permessi premio per andare a suonare finanche nella sua abitazione privata. Just walkin’ in the rain fu però il loro primo e unico grande successo. Sam Philips cominciò a concentrarsi su quel ragazzo che a propria volta si era interessato ai Prisonaires, Elvis Presley. Con noi a Jailhouse Rock la band dei Presi per caso, come quella dei Prisonaires nata interamente in un carcere, è stata raccontata dal suo fondatore Salvatore Ferraro.
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C’è chi, nel mitico Hotel California, ha riconosciuto la prigione di Norco. Era questa l’interpretazione di uno dei ministri di culto che in quella galera californiana usano andare a salvare le anime poco pie. Pare che il soprannome dell’istituto penale di Norco diffuso tra i detenuti fosse proprio Hotel California. D’altronde prima di essere una galera quel luogo era effettivamente un hotel di lusso, il Norconian Resort Supreme. C’è anche chi ha sostenuto che la canzone ricordi in modo autobiografico l’esperienza carceraria di uno degli Eagles. Tutte fandonie. In realtà – come ha spiegato Don Henley, storico batterista del gruppo – la prigione con quella canzone non c’entra nulla. Glenn Lewis Frey e Don Henley, i due fondatori della band, hanno entrambi avuto avventure giudiziarie. E con il carcere, in qualche modo, ha avuto suo malgrado a che fare anche Randy Meisner, bassista degli Eagles fino al 1977 dopo una militanza musicale con i Poco. In galera, in verità, non ci è andato lui ma Lewis Peter Buddy Morgan, che dal 1988 fino al 1997 – per quasi dieci lunghi anni – si era spacciato per Meisner in giro per locali e club. Voleva fare una vita da rock star. E così venne arrestato nel febbraio ‘98 ad Emeryville e portato nella prigione di St. Quentin per scontare ben sedici mesi di prigione. Una volta uscito, riprese la sua farsa come se niente fosse. Fino al 2006, quando venne ribeccato a usare il falso nome di Randy nella città di Reno, nel Nevada. In passato aveva anche tentato di fingersi Don Henley. Ma con Randy aveva più chance di essere creduto per evidenti motivi di somiglianza fisica. Con noi a Jailhouse Rock Don Pippo Insana, il “prete dei matti” dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, ha parlato della prossima chiusura degli Opg.
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Uno dei più grandi chitarristi jazz del secolo scorso, cominciò la sua carriera musicale in un centro di riabilitazione per tossicodipendenti. Synanon non era un centro qualunque. Come le inchieste successive misero in luce, somigliava più a una prigione o alla residenza di una setta religiosa. Joe Pass, arrestato nel 1954 perché trovato con una rilevante quantità di eroina, all’età di trent’anni decise di rinchiudersi a Synanon, a Santa Monica in California, a pochi metri dalla spiaggia e dalla Pacific Coast Highway. Era il 1960. Vi restò tre anni. In quella strana comunità terapeutica iniziò a suonare una Fender Jaguar di proprietà del centro. Quella chitarra resterà il suo strumento anche quando tornerà nel mondo libero. Non era facile andarsene da Synanon. Lui riuscì a lasciare quel posto forse proprio grazie alla Fender Jaguar e a un disco che aveva dato notorietà alla comunità. Nel 1961 era uscito, per la Pacific Jazz Records, l’album dal titolo Sounds of Synanon, suoni di Synanon, interamente realizzato da pazienti del centro. Joe Pass aveva messo in piedi una jazz band di tossicodipendenti e alcolisti. Oggi possiamo così ascoltare la sua strepitosa chitarra jazz in decine di album.
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“Ho amato la prigione”, ha raccontato Tommy Lee, batterista della band heavy metal californiana dalle vendite stratosferiche, riferendosi ai quattro mesi trascorsi nel carcere di Los Angeles. “Pensavo che non dovevo fare interviste, non dovevo rispondere al telefono. Solo pace e silenzio totali”. Una pace e un silenzio non proprio frutto di una libera scelta. Entrato in prigione il 20 maggio 1998 per aver picchiato l’allora moglie Pamela Anderson, nella sua cella di circa cinque metri quadrati doveva necessariamente alloggiare da solo. Per questioni di sicurezza, non gli era permesso avere contatti ordinari con gli altri detenuti. Come aveva spiegato un addetto ai lavori, nessuno può picchiare una dea come Pamela senza che qualcuno cerchi di farlo fuori. “I suoi amici saranno gli scarafaggi”, aveva aggiunto. A Jailhouse Rock il regista Filippo Vendemmiati e la volontaria in carcere Antonella Prota Giurleo.
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